La mattina preparo la colazione per i miei figli e poi li sveglio

La mattina preparo la colazione per i miei figli e poi li sveglio.

Questa è una cosa normale che fanno molti papà. Ma se noi crediamo che l’umanità sia una grande famiglia, perché non occuparsi anche di chi quella colazione non può, non dico prepararla per i propri figli, ma addirittura non può prepararla per se stesso?

Molto spesso si restringe il campo delle nostre azioni per questioni di tempo. O si è qui nella propria famiglia o si è lì per il resto delle persone. Altre volte invece restiamo inerti perché magari non siamo inseriti in gruppi che si occupano di dedicare la propria opera al mondo circostante e da soli non sappiamo come fare.

Ecco allora che Romaltruista offre questa splendida opportunità, fa in modo che in breve si possa cercare un’attività scegliendola per sensibilità del campo di azione, per disponibilità di tempo e di luogo. Le difficoltà logistiche possono essere superate con facilità e davvero possiamo riunirci alle persone che vivono nel bisogno.

Quando siamo sul campo, quelle persone hanno un nome, una storia, un volto. Alcuni sono simpatici, alcuni silenziosi, alcuni umili altri meno: proprio come quelli che stanno in un qualsiasi ufficio, set cinematografico o altro ambito sociale e lavorativo. Molti vivendo nell’abbondanza e nella salute, percepiscono che per sempre sarà così, ma non è così: il forte in un attimo si può trovare nel bisogno. Questo per dire che l’opportunità di servire la colazione a chi è in difficoltà ci ricongiunge tra l’altro a chi siamo noi, e ci ricongiunge a quanti, tanti, ogni giorno incontriamo nei nostri cammini.

Vivendo l’esperienza nel concreto è stato davvero bello sentire che quella piccola azione coinvolge anche attività presenti sul luogo, ad esempio la trattoria che offre i tavoli e lo spazio in caso di pioggia, o il pane offerto dal forno, bello anche vedere una comunità straniera d’oltreoceano impegnata qui nella piazzetta a distribuire pane e latte e dolci.

Ecco: è un’occasione per riconnetterci all’umanità (dentro e fuori di noi) che agisce in gratuità e per questo genera gioia.

Andrea, 42 anni.  dopo un periodo di difficoltà orami tanti anni fa, ho iniziato a praticare lo yoga, dedicandomi a questo scopo anima e corpo, con tutti le gioie e le difficoltà che ne sono venuti. Ben presto ho realizzato che avvicinarsi allo yoga significa includere in questa ricerca ogni aspetto della propria vita. Ecco tutto quello che faccio dico e penso è inscritto in questa cornice e quanto più mi allontano da questo obbiettivo sono triste e misero, questo più me ne avvicino sono felice e in pace.

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