Il mio bellissimo compleanno

                                                                 

«Auguri Susan! Trent’anni. Un traguardo importante. Dove festeggerai il tuo compleanno?» mi chiede un mio amico al telefono.

«A Piazza Venezia» rispondo con voce dolce.

«Wow, che bello! In quale locale?»

«No, niente locali. Lo festeggerò per strada.» La mia bocca si incurva in un sorriso.

«Per strada? Una cosa alternativa, direi…»

Sorrido senza rispondere.

«E con chi lo festeggerai?» chiede curioso.

«Con i senzatetto.»

«Con i senzatetto? Non capisco» replica sorpreso.

«Mi sono iscritta ad un’attività di volontariato. Darò una mano a distribuire la cena a chi vive per strada.»

«Ah, brava, hai un cuore grande» dice con ammirazione.

Per un attimo resto in silenzio, riflettendo se confidargli il mio stato d’animo o no, ma poi decido di aprirmi.

«Sai, ultimamente la mia vita sta andando a rotoli. Mi lamento spesso. Mi concentro sulle cose che non ho, invece di essere grata per tutto ciò che Dio mi ha regalato. Mi sono accorta che sto pensando solo a me stessa, ai miei bisogni, al mio lavoro, senza prestare l’attenzione al prossimo. Ho la sindrome dell’Io, io, io, io…» Ametto con umiltà.

«Eheh, so esattamente di cosa parli. Succede spesso anche a me» mi confessa.

«Mmh…ma sai la cosa bella è che possiamo sempre ripartire da zero…ricominciare….cambiare…»

«Sì, è vero» mormora con un soffio di voce.

«Ed io voglio cambiare. Voglio tornare sulla strada su cui ero prima, sulla strada della condivisione e generosità. Per questo mi sono iscritta all’attività di volontariato. Per dare uno stimolo positivo alla mia vita» aggiungo con tono sincero.

«Bello! Lo voglio fare anche io» dice con tono deciso.

«Ottimo! Se vuoi, la prossima volta possiamo andare insieme» rispondo, sentendomi felice per averlo motivato a fare del bene.

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Ore 19.45

Quando arrivo al nostro punto di incontro, in Piazza del Foro Traiano, gli altri volontari mi accolgono con dolci parole di benvenuto e tanti calorosi sorrisi. Stanno già preparando le cose da mangiare dietro i tavoli bianchi di plastica. C’è chi ha cucinato la pasta, chi ha portato le pizze, chi ha preparato i dolci, chi ha comprato la frutta, verdura e bottiglie d’acqua.

«Ho portato i succhi di frutta e merendine. Dove li posso mettere?» chiedo al simpatico signore che è in piedi di fronte a me.

«Appoggiali su questo muro» mi risponde con voce tenera.

«Fatto! Come posso aiutarvi?» chiedo dopo qualche secondo.  

«Ihihih…Non vuoi perdere tempo, vero? Bravissima. Inizia a tagliare la pizza a fette» mi mette in mano le forbici da cucina.

Mentre taglio la pizza, ogni tanto do un’occhiata ai senzatetto che si stanno ragruppando davanti ai tavoli. Vedo uomini e donne di mezza età, italiani e stranieri, ma anche gli anziani che a stento si reggono in piedi.

“Mi dispiace. Mi dispiace per la situazione difficile in cui si trovano. Guardandoli capisco quanto sono stata fortunata nella vita. Ho un tetto sopra la testa,  l’acqua calda per lavarmi, ho la fortuna di fare il lavoro che mi piace, ho i soldi per comprarmi da mangiare, i vestiti puliti, la famiglia e amici su cui posso contare.“ Molte di queste cose spesso consideriamo  ovvie e scontate, invece ci sono tante persone che non hanno neanche quello. All’istante provo vergogna per le mie banali lamentele.

«Susan, adesso faremo i pacchetti con le merendine» interrompe i miei pensieri un altro volontario con il quale ho fatto amicizia.

«Sì, certo» rispondo, sorridendo.

Quando tutto è pronto, iniziamo a distribuire la cena.  

«Ti va di aiutarmi a distribuire la frutta?» mi chiede con gentilezza un signore pieno di energia positiva.

«Certo. Io amo la frutta» dico entusiasta.

Prima di iniziare a distribuire la frutta mi prometto di guardare ogni persona negli occhi. Voglio trasmettergli qualcosa di me. Voglio trasmettergli  amore, empatia e dolcezza. Mi stampo un sorriso amabile sulle labbra e inizio la mia missione.

«Susan, tieni. Fa un caldo pazzesco. » Un volontario mi porge la bottiglietta d’acqua. “Che bello! Si è preso cura di me.“  Sento il mio cuore a riempirsi di gratitudine. Mi guardo intorno. Mi sento bene. Siamo una bella squadra. Quando i senzatetto finiscono di mangiare, raccogliamo i loro bicchieri e piatti di plastica e li gettiamo nella spazzatura.

Prima di andarmene mi metto a parlare con due senzatetto.

«Io scrivo le canzoni. Di notte. L’ispirazione mi viene sempre di notte. Signorina, Roma di notte è uno spettacolo…» mi racconta con grandi occhi luccicanti un signore cinquantenne, dal viso segnato e fisico asciutto.

«Lei che lavoro fa?» mi domanda quell’altro signore. Il suo viso esprime bontà e tranquillità.

«Io faccio l’attrice» rispondo con una voce dolce.

«Io sono un amante del teatro. Lo sa quale è il mio autore preferito?» mi chiede allegro.

Faccio cenno di no con la testa.

«Dostoevskij.»

«Un’ottima scelta» dico con ammirazione. “Chissà che lavoro faceva questo signore prima di finire per strada.“ Sono curiosa, ma non voglio essere invadente, quindi alla fine non glielo chiedo.

«La prossima volta mi piacerebbe parlare con Lei di teatro» mi propone con gentilezza.

«Mi farà molto piacere.» Lo saluto con due baci sulla guancia e mi incammino verso casa.

Penso e ripenso a quei volti segnati dalla difficile vita in strada…a quegli occhi pieni di sofferenza, solitudine, tristezza…a quegli occhi sorridenti, grati per l’aiuto…ma anche a quegli occhi riempiti di lacrime…a quegli occhi stanchi, pieni di rughe…agli occhi velati di nostalgia…agli OCCHI…

Ripenso a quegli OCCHI umani che non cercano soltanto di riempire i loro stomachi vuoti, ma anche di ricevere un sorriso, un abbraccio…a quegli OCCHI che desiderano essere CONSIDERATI…essere VISTI… essere AMATI…SENZA PREGIUDIZI.

 

 

Mi chiamo Susan Rose, ho trent’anni e vengo dalla Slovacchia. Vivo a Roma e faccio l’attrice.

 

 

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