Colazioni che fan sperare…

Condividiamo la testimonianza di Nicola, un volontario di RomAltruista che ha voluto raccontare la sua esperienza con TuttoBlue.

Quanto è bella Trastevere la mattina mentre si sveglia… 

Passi da una quiete che sembra sospetta ai primi fischi del tram che passa sulle rotaie al centro della strada.

E poi le prime voci, i primi rumori di quelle persone che questo risveglio di Roma lo vivono ogni giorno. 

Detto così, sembra che sto parlando di gente che potrebbe fare invidia a molti altri, ma purtroppo la verità è un’altra… 

Sto parlando di chi ogni mattina si sveglia su di una panchina, chi non ha dormito e forse ha sognato ad occhi aperti tutta la notte guardando direttamente il cielo stellato, chi una casa non ce l’ha, e perdendo quella, ha perso forse anche tutti i ricordi di una vita, chi cerca riparo dentro la stazione e chi quel riparo ormai non lo considera nemmeno poi tanto sicuro…

Sono proprio loro a stare ai margini di questo mondo, senza una vera vita né tantomeno un futuro. 

Nicola

Oggi è stato uno dei miei primi giorni di volontariato qui a piazza Mastai, persone che aprono il loro cuore e dedicano il proprio tempo a chi sembra non avesse nulla in cambio da dare, a parte il sorriso e la gratitudine, e vi sembra poco? 

Non lo è, fidatevi… 

Fare qualcosa per qualcuno che non chiede ma che ne ha un bisogno assoluto è, per chi fa volontariato, la marcia in più per affrontare questa vita, per dare il proprio contributo, anche se in realtà vivendo questi contesti hai sempre la sensazione che dovresti fare di più.  

Forse a volte anche noi ci sentiamo inermi di fronte a certe realtà, ci sentiamo in debito con quello che la vita ha distribuito in modo assolutamente non equilibrato.

Una vita che ormai ha perso per strada pezzi di gentilezza e di sensibilità, che ha trovato davanti a sé solo apparenze da seguire e miti da sfatare. 

Qui, tra un caffè caldo e una merendina del discount, non si preparano solo colazioni, si restituisce qualche briciolo di dignità e si regala affetto… 

Ed è proprio l’affetto quello che manca a tutti questi senzatetto che in file indiane, con rispetto l’uno dell’altro e tanta sofferenza, lo trovano in una mano che gli allunga un buongiorno diverso. 

Mi domando una cosa, lasciando stare quello che possediamo, tante volte senza nemmeno averne bisogno, quello a cui non riusciamo a rinunciare, o quello che addirittura non abbiamo da così tanto tempo che ormai ce ne siamo dimenticati, chi sarebbero i fortunati?  

Chi sta più in pace con sé stesso?  

Chi continua a correre per la propria carriera e il proprio orgoglio senza dare la minima importanza ai piccoli gesti, senza prendersi cura della propria anima, senza avere il tempo per donare un sorriso,  

o chi purtroppo rimasto solo e a nudo, senza la più piccola soddisfazione materiale, si nutre nella ricerca continua di bontà e di gioia di condividere che ancora esiste in alcuni di noi? 

Forse è difficile da spiegare anche per chi come me, e come i volontari che ho conosciuto, danno grande importanza a tutto quello che c’è dentro, che c’è di nascosto e di sottile, e vogliono scoprirlo fino in fondo.  

Forse c’è bisogno di guardarli davvero quegli occhi, di comprenderli, e di lasciare che ci liberino dalle nostre antiche convinzioni.  

Le colazioni vanno avanti in una maniera così naturale e bella che la mattinata sembra volare, uno schiocco di dita direi, che però ti lascia un senso di ammirazione verso quello che è la solidarietà.  

Non manca un po’ di angoscia, non lo nascondo, ma noi le viviamo tutte le nostre emozioni, è l’unico modo…  

La magia è che stando tutti lì su quella piazza, volontari e non, clochard e disoccupati, per quella manciata di ore, si azzerano magicamente le diversità che portano al pregiudizio, diventiamo lo stesso gruppo, le stesse persone, si parla, si scherza e si ride come se non esistesse in quel momento né chi dà, né chi riceve, né chi può e né chi ha bisogno… 

Sono ancora all’inizio di una strada che so mi porterà a conoscere le sfaccettature più importanti dell’essere, e quello che vorrei fare per queste associazioni di volontariato che mi hanno dato l’opportunità di scrivere per loro, è riuscire a sensibilizzare chi legge a tutto questo. 

Portare in ognuno di voi quella devozione che tutti dovrebbero avere verso il prossimo e verso chi ha bisogno, farvi capire che la ricchezza è quella che abbiamo dentro, la ricchezza è il tempo che dedichiamo a qualcuno, la ricchezza è il pensiero verso qualcuno, preoccuparsi e prendersene cura. 

Qui nessuno chiede sforzi economici o gesti eclatanti, qui l’unica cosa che serve è cercare di compiere le buone e giuste azioni, è dare quello che ci piacerebbe ricevere, è donare quello di cui noi stessi abbiamo bisogno. 

Io ho imparato una cosa che adesso reputo fondamentale, aiutare gli altri per aiutare sé stessi… Il volontariato è questo, è umanità e soprattutto amore. 

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