Occhi nuovi. E tante mani

Signor A: “Io non ce la faccio. Mi fa troppo male guardare la disabilità. Non è giusto che esista. Avevo un vicino di casa che …Quei poveri ragazzi… e le loro famiglie lasciate sole dallo Stato… E’ dura, io non lo so davvero cosa farei. No, non vengo, sarei troppo a disagio, gestire tutto quel dolore…”

Signora B: “Ah, proprio non fa per me. Una volta ho lavorato in una cooperativa sociale e ho visto tanta di quella disonestà che proprio non mi scende”.

 

Invece nelle sale colorate dell’associazione non c’è il minimo spazio per questi pensieri.

Entri e ti viene incontro una patatona col viso arrossato ed un tono di voce sempre un po’ troppo alto. Si presenta, ti travolge e dopo meno di un minuto ti tira per mano a conoscere tutti gli altri come lei, diversi da lei. Lei ha la poesia nell’anima e quando la tira fuori tu puoi solo imparare. C’è il dj, bravissimo, che raggiunge la consolle su una sedia a rotelle e mette su dei pezzi che farebbero rotolare giù dal divano qualsiasi pigrone. C’è la coppietta innamorata, con una luce negli occhi che nemmeno in Via col vento!! Lui provvede ai bisogni fisici di lei, lei legge il cuore di lui e lo traduce agli altri. Son sempre sintonizzati l’uno sull’altra. Alla faccia delle coppie “normali” messe in crisi dall’individualismo e dall’incomprensione. C’è il ragazzo bello come un Adone, con lo sguardo tanto fisso, che porta i piatti avanti e indietro cento volte, senza nemmeno il minimo cenno di insofferenza. E quando balla, non balla davvero, tranne che per brevi istanti in cui entra nella musica e allora il suo sguardo cambia e il suo sorriso è di una bellezza da poster.

C’è un signore molto molto semplice che ti racconta di quando aiutava il suo papà in campagna e, anche se con lui non puoi discutere di massimi sistemi, ti sa dare esattamente le dritte che salveranno le tue piantine di pomodori l’anno prossimo. Si muove lentamente, ma quando balla si accende di luce propria e sembra leggero.

C’è un ragazzo che sta in disparte, sulla sua sedia a rotelle, ma appena parlate ti apre un sorriso da una parte all’altra dell’anima. E quando si fa il trenino stile capodanno, è un ottimo capofila. Quando si deve riordinare l’angolo del baratto, ne ha di pazienza!

E poi c’è il ragazzone con gli occhi resi piccoli dal suo sorriso perenne. A prescindere. Sempre e comunque. Gratis.

E poi c’è l’uomo silenzioso come la sua terra di Sardegna. Il suo sguardo è stanco, fino a che non parli con lui. Allora, in quel momento, ti trovi immersa in occhi di una dolcezza così profonda, così pura che sembra appena uscita dalla mente del Signore.

E abbracci, e risate, euforia e scherzi, e energia. E una lacrima, ma una sola.

E pensare che se fossi uscita per locali, stasera, avrei avuto solo birra servita da mani indifferenti a caro prezzo, non avrei ballato nemmeno la metà e non avrei avuto abbracci altrettanto caldi.

Ti accorgi che sei già dipendente da tutto questo e in fondo alla sala vedi sfrecciare la donnina con un’energia da centrale nucleare che ha creato questa alchimia.

Cristina, 34 anni. Vegetariana un pò, entusiasta a tonnellate, animalista q.b., stressata nella norma, piccolo pezzo di un unico grande pianeta che respira, cresce, impara. 🙂

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