Intervista con Rudy, volontario superstar

Abbiamo un altro volontario superstar! Ecco la testimonianza di Rudy.

Ciao Rudy, come è nata la tua intenzione di fare volontariato?

Ho scoperto Romaltruista nel 2012, ero in metropolitana e ho visto un annuncio di ricerca di volontari che mi ha colpito molto. Il fatto stesso che l’offerta fosse pubblicata in questo modo mi è sembrata quasi una qualifica di serietà e di riconoscimento del valore del volontariato. Un volontario non è una persona che non ha nulla da fare, ma una persona che decide di dedicare parte del suo tempo, la sua buona volontà e spesso le sue competenze in un progetto che ha una grande valenza sociale. Romaltruista inoltre dà la possibilità di scegliere il tipo di attività, giorni e orari, quindi è tutto molto intuitivo e semplice.

Che tipo di attività svolgi e hai svolto?

Ne ho svolte varie durante gli anni, molte dedicate al supporto ai migranti, per una mia sensibilità personale rispetto al tema.

Tra quelle che più mi hanno segnato umanamente c’è è stato l’insegnamento della lingua inglese per i minori non accompagnati provenienti dall’Afghanistan. Questi ragazzi avevano affrontato un viaggio tra vari paesi prima di arrivare a Roma, con l’obiettivo di trasferirsi nel Nord dell’Europa. Pur essendo ragazzi molto giovani, si portavano dietro tutto il peso di quelle esperienze e questo era interessante anche da un punto di vista culturale. Ad esempio, abbiamo scoperto di poter comunicare in greco antico! È stato come leggere un libro di storia insieme, scambiandoci le nostre storie, allo stesso tempo sentendomi utile nel dare uno strumento importante a questi ragazzi.  

Ecco, credo che il filo conduttore delle esperienze di volontariato che ho scelto sia stato proprio quello di contribuire a fornire degli strumenti per migliorare la propria posizione.

Così è stato per l’insegnamento dell’inglese ai ragazzi afghani e lo stesso è avvenuto per il supporto agli anziani dell’associazione “Gli Amici di Conca d’Oro” nella formazione all’utilizzo del computer e internet. Anche queste persone si trovano, in modo diverso, emarginate nel mondo attuale e ed escluse da una grande parte di servizi e attività che per molti sono scontati.

È proprio la voglia di avere opportunità che invece ho visto nei ragazzi rom in un altro progetto a cui ho partecipato. Erano dei ragazzi fortissimi che tramite il calcio dimostravano la loro voglia di superare l’immagine negativa e i pregiudizi che li circondano.

Molto interessante anche il progetto della Biblioteca interculturale in cui si portava avanti l’idea di creare un luogo per la tutela della cultura d’origine dei diversi migranti. L’integrazione passa innanzitutto per la conoscenza e quest’attività centra pienamente l’obiettivo.

Cosa ti ha colpito particolarmente di queste attività?

Ho svolto vari tipi di attività perché vivo il volontariato come un’esperienza di scambio reciproco. Io do il mio contributo ma sono pronto a ricevere le testimonianze di una diversità di esperienze, conoscendo le persone e le loro storie. Sono incontri che possono anche metterti a dura prova, ma alla fine ti arricchiscono comunque e addirittura ti portano a conoscere dei lati di te! Puoi scoprire e stupirti di come affronti delle situazioni o magari le tue attitudini e i tuoi interessi rispetto ad un tema a cui dedicarti.

Inoltre, potrebbe sembrare banale ma queste attività mi hanno anche permesso di guardare Roma sotto un’altra luce: ho conosciuto delle associazioni vive piene di fermento in tante parti della città, con persone che si danno da fare per migliorare la vita di tutti. Roma non è solo traffico, stress e disservizi!

Cosa consiglieresti a chi vuole cominciare a fare volontariato?

In realtà la mia prima esperienza nel volontariato è stata da “fruitore” dei servizi. Mi trovavo in Inghilterra per studio e partecipavo a degli incontri organizzati da un’associazione universitaria dedicati agli studenti stranieri. Era un’occasione preziosa per socializzare e imparare e da lì ho capito che tutti abbiamo bisogno di supporto e tutti abbiamo un contributo da dare e da ricevere. Quando sono tornato in Italia ho cominciato a fare volontariato.

Quello che posso consigliare a chi vuole avvicinarsi a queste attività è di iniziare con dei contesti per i quali si nutre un interesse e nei quali ci si sente a proprio agio. È di fondamentale importanza avere un approccio umile, di apertura alla conoscenza, di curiosità e di empatia per il mondo e le storie che ci sono davanti. Ricordando sempre che il volontario non è chi sta meglio degli altri e offre un suo servizio – quella è una percezione provvisoria – ma chi è pronto ad aprirsi ad uno scambio reciproco.  

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