La testimonianza di Annamaria, volontaria superstar!
Vi presentiamo Annamaria Vitelli, una volontaria superstar che ci racconta la sua esperienza!

Cosa significa per te il volontariato e come è nata l’intenzione di cominciare?
Avevo già fatto qualche esperienza di volontariato anni fa e mi mancava molto, ma cercavo qualcosa di diverso che mi permettesse di spaziare, dandomi l’opportunità di stare a contatto con la gente e di vivere nuove situazioni. Ho scelto di riprendere a fare volontariato anche perché vedo troppe persone egoiste e prese da sé stesse, che spesso non riescono a porgere un sorriso a chi ne ha bisogno. Il volontariato per me è una missione: mettermi al servizio dei più umili, i più deboli, gli emarginati. In fondo basta poco per rendersi utili a qualcuno, ad esempio per le persone disabili: una parola, un aiuto dove non riescono, senza vergognarsi dei propri limiti, una carezza, un conforto, un sorriso o magari preparare insieme dei biscotti, raccontare una favola.
Mi piace donare il mio tempo, in una società in cui tutto si può comprare ma non l’amore verso gli altri. Vorrei trasmettere i valori in cui credo: l’umiltà, generosità, l’altruismo, la solidarietà. E allo stesso tempo imparo tanto! Si riempie la vita di immagini, di storie che rimangono impresse e spesso mi rendo conto di aver ricevuto molto di più di quello che ho dato, è un motivo per impegnarmi ancora di più!
Il volontariato è una missione con rischi, sfidi e opportunità da cogliere. Per me è come un affresco dipinto con gioia, umiltà, bontà, generosità e altruismo, dove si trova e si dà speranza e in cui tutti possono dipingere la propria parte. Tutti siamo chiamati ad essere volontari vivendo con amore e offrendo ciascuno il proprio tempo per supportare i più fragili, soprattutto in un momento così triste e delicato come quello che stiamo vivendo.
Che tipo di attività svolgi e hai svolto?
Tramite Romaltruista ho svolto varie attività presso associazioni che si occupano di ragazzi disabili. Come l’Associazione Ylenia e gli amici speciali con cui ho partecipato alla preparazione di spettacoli teatrali oppure alle divertenti partite di calcetto per atleti disabili organizzati dall’Associazione il Filo. Ho poi spesso preso parte alle attività della Lampada dei Desideri: dalla preparazione di dolci, giochi, alla creazione di favole fino alla catalogazione dei libri del progetto “BibliotechiAmo”. Ancora, mi sono dedicata alle belle attività del “Coltivatorre”, lavorando nella natura a fianco dei ragazzi disabili. Grazie a queste esperienze ho capito che la disabilità non vuol dire diversità ma anzi la vera disabilità è solo nei cuori aridi.
Tra le altre cose ho partecipato al progetto di distribuzione dei pasti dell’Opera Antoniana Onlus, alla vendita delle mele e gardenie per l’AISM, associazione italiana contro la sclerosi multipla, all’assistenza agli anziani in una casa di cura, alla vendita di cioccolatini per la ricerca Telethon. Ultimo, ma non meno importante, l’attività di volontariato nell’organizzazione della mensa dell’associazione Capitano Ultimo.
Ci racconti qualcosa che ti ha colpito particolarmente di queste esperienze?
Mi hanno colpita gli abbracci e l’accoglienza inaspettata. Ognuno dei ragazzi a modo loro hanno preso un pezzo di me, donandomi un po’ di sé.
Ricordo con particolare piacere il progetto con l’Associazione il Filo nel torneo di calcetto insieme a La Lepre e la Tartaruga: non avevo mai giocato prima, ma proprio la grande voglia di aiutare mi ha spronato e soprattutto la dolcezza dei ragazzi. Ero l’unica donna in mezzo a loro e molto inesperta nel calcio ma Emanuele, Alessandro, Marco, Stefano mi hanno subito fatto sentire a mio agio e ci siamo divertiti insieme. Ogni timore è stato spazzato via dagli abbracci e dai sorrisi che sono stati il vero goal! Mi sono davvero sentita amata e inclusa e parte di qualcosa di molto bello, sicuramente tornerò, anche perché loro stessi mi hanno invitata a tornare! Lo consiglio vivamente a tutti!
Cosa consiglieresti a chi vuole iniziare a fare volontariato?
Il volontariato non deve essere vissuto come un passatempo o un modo per alleviare la coscienza, ma come applicazione di valori da rispettare per sé stessi e per gli altri. Li indicherei con alcune parole chiave:
solidarietà, empatia, gioia, accoglienza, semplicità, disponibilità, serenità, divertimento, accoglienza, rispetto, curiosità, generosità, scambio reciproco, confronto, condivisione, uguaglianza, ricchezza interiore, collaborazione, meraviglia, crescita.
Donare il proprio tempo alle persone più emarginate riconcilia con il prossimo e con il mondo, stimola la fantasia insieme agli altri, amplia gli orizzonti e le amicizie.
Scegliere di fare volontariato implica una sincera motivazione ispirata a valori di umanità, solidarietà, impegno e responsabilità nei confronti di chi è meno fortunato o più debole e arranca in una società sempre più competitiva in cui sembra si valorizzi solo il successo e spesso l’aggressività.
Porgere una mano a chi ha bisogno è invece un dovere di tutti, a prescindere da qualsiasi differenza, religiosa, culturale o di altro tipo. Il volontario si inserisce nel vuoto che la società lascia per molti, offrendo il proprio tempo e disponibilità di risorse e competenze a queste persone. Essere volontari diventa un valore aggiunto anche per sé stessi: infondere positività indistintamente, accogliere i problemi dei più fragili in cambio di un sorriso vale più di ogni altra cosa! Sono convinta che proprio queste piccole cose possono cambiare il mondo. Proprio come diceva il grande saggio Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” .
Vorrei concludere con una frase di Madre Teresa di Calcutta, affinché sia d’ispirazione per tutti i nuovi volontari:
“Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano”
In bocca al lupo a tutti!
Annamaria Vitelli