Fare volontariato, non una possibilità ma una opportunità

La mia esperienza comincia con un gran desiderio di fare volontariato, e con una spinta interiore che mi dice che è ora che questo desiderio non sia più solo un pensiero che si protrae nel tempo, ma una azione, vera e propria. Mi metto al computer, su internet si trova di tutto, mi dico. Ed è proprio così: alla voce ‘fare volontariato’ mi si apre la pagina: Romaltruista. E’ bellissimo, penso; un calendario di opportunità in cui ognuno può trovare il modo a lui più consono di fare del bene al prossimo. La mia spinta interiore insiste, non mi abbandona, mi dà la forza di compiere quel piccolo atto di coraggio che ti fa superare ogni forma di dubbio e titubanza che sempre si avverte nell’iniziare una avventura che non si conosce. Mi iscrivo.

Tra le varie opportunità di fare volontariato proposte io scelgo senza esitazione quella che, chissà perché, mi sembra la più familiare. La mensa di sant’Antonio per i più bisognosi. Leggo la piccola spiegazione di ciò che sarà richiesto fare, sento in me un sottile senso di inadeguatezza ma poi mi dico che provare è veramente l’unico mezzo che ho a disposizione per poter capire se sono adeguata o no. Penso a quante e quante persone hanno iniziato come me, spinte solo dal loro cuore, senza conoscere niente di ciò che sarà, senza conoscere nessuno; c’è sempre una prima volta per ognuno, mi dico, e quella sarà la mia volta. Mi prenoto, una gioia affiora dal profondo di me stessa, è la mia anima che esulta e quella sensazione di gioia non mi abbandona più per tutto il giorno, e non mi abbandonerà più neanche nei giorni a seguire.

La mattina arrivo in una zona di Roma dove per tanti anni ho abitato. Arrivo con anticipo, la piccola via è poco movimentata, ferme ci sono poche persone, mi rendo conto che qualcuno degli ospiti della mensa già attende con pazienza il suo pasto, muto, silenzioso, ai margini della strada. Poi arriva una volontaria ci presentiamo e lei è così felice di sapere che abbiamo lo stesso nome! E anch’io sono contenta di ricevere quell’accoglienza così gioviale… Mi fa strada ed entriamo nel convento per arrivare alla cucina. Mi trovo in un gruppo allegro, brioso, eterogeneo. Sono felice di essere lì. Il lavoro sarà semplice, ben coordinato, non ci sarà errore ognuno avrà il suo ruolo. Prima che la catena di montaggio si metta in azione ci si ferma un istante, invitati da frate Antonino, si recita il Padre Nostro: noi, gli ospiti, gli stranieri, gli italiani, giovani, meno giovani, tutti, siamo uniti sotto l’unica Luce della preghiera, è una emozione per me, mi commuovo. Poi tutto inizia e non si ha più il tempo nemmeno di pensare, affiorano alla porta tante e tante persone, un fiume, un fiume di anime che non si interrompe mai. Si pensa solo ad accontentare tutti con un sorriso, a dare loro il calore di un saluto accogliente, a fare in modo che ognuno abbia il suo pasto, ed il suo posto. Il fiume di anime continua ad affluire senza sosta dalla piccola porta, e fuori se ne intravedono tante ancora, e questo prosegue ininterrottamente per più di un’ora. Alla fine stimiamo di aver servito sicuramente più di trecentocinquanta persone, forse quattrocento. E’ una giornata piena mi dicono, qualcuno ride, ti sarai spaventata, no, mi sono sentita utile nel mio piccolo; è giusto che sia capitata in una giornata in cui ci sarebbe stato bisogno di due braccia in più. Si mette a posto tutto per poi tornare ognuno alla propria vita, alla propria famiglia.

Penso profondamente che siamo tutti viaggiatori, siamo tutti viandanti, e che solo se alziamo lo sguardo al di là del nostro ego, se tendiamo la mano verso chi questo passaggio lo vive in modo più difficile, potremo dire alla fine di non aver viaggiato soli, e che sarà valsa la pena vivere.

Fare volontariato, fare del bene, ognuno come può, ognuno nel suo piccolo, nel quotidiano, seguendo la propria attitudine, non è una possibilità, ma un’opportunità di crescere spiritualmente e di dare significato alla nostra vita.

 

Laura,  Sono sposata ho due figli, amo l’arte, la lettura, dipingere, scrivere.

 

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