Storia semiseria di una volontaria in carriera

Qualcuno nelle alte sfere di Romaltruista ha confessato candidamente che per far imparare a qualcuno a nuotare è cosa buona e giusta gettarlo direttamente nel fiume, dopodichè è possibile assistere a due possibili eventi:
- che la persona presa da irrefrenabile istinto di sopravvivenza inizi a capire da sè che muovendo ritmicamente e in maniera più o meno sincrona nonchè armoniosa gambe e braccia riesce a restare a galla e perdipiù a raggiungere il lato opposto della riva, luogo indicato nel progetto iniziale come traguardo a cui tendere!
- che la persona presa da irrefrenabile strizza inizi in preda a violenti attacchi di panico a fare l’esatto contrario di ciò che serve per restare a galla, per cui l’unica cosa che resta da fare è chiamare prontamente una squadra di sommozzatori per recuperare ciò che resta della salma!
Se stasera sono qui a scrivervi è perchè evidentemente ho imparato a nuotare!!
I sommozzatori intanto ringraziano perchè non son stati costretti a rinunciare a passare il sabato sera in famiglia!
Si ma che c’azzecca vi chiederete voi….
Mettete che una che fa volontariato grazie a RomAltruista decida, giusto per sfida, di proporsi come capo progetto in una nuova impresa messa su dal temerario Mauro (l’insegnante di nuoto o l’affogatore a voi la scelta): far si che RomAltruista e il suo piccolo esercito di volontari diventino responsabili di tre supermercati per aiutare il Banco Alimentare Roma a raccogliere derrate alimentari.
Oh Ragassii (immaginate la voce di Bersani) qua mica si dovevano pettinare bambole???
Eh no!
Già, perchè in pratica cliccare su “mi prenoto” è roba da bambini, ma si …ti dici, sarà una passeggiata, che vuoi che ci voglia a essere caposquadra di un turno ed essere responsabile di una cricca di volontari??
Poi dopo un paio di giorni arriva la mail del gentil Mauro che ti avvisa che il giorno tot all’ora tot devi essere nella parrocchia di San Romano a Pietralata per una riunione informativa.
Ok, già ci son stata per altri motivi in quella sede quindi nel giorno tot all’ora tot mi presento in chiesa.
Forse non sapete che la struttura di San Romano è a dir poco immensa, per cui inizio a girovagare in cerca dei volontari ma non ne vedo traccia!
Nessuna delle persone che incrocio mi sa dare informazioni, nessuno sa che è in corso quella riunione, manco si fosse riunita in gran segreto una nuova loggia massonica o si fossero dati appuntamento per fare il punto della situazione i vertici della cupola della banda della Magliana!! Qua se li trovo non è che per entrare mi chiedono la parola d’ordine?
Passano circa tre quarti d’ora e chissà come alla fine inforco la porta della sala dove sono riuniti e mi inserisco bofonchiando scuse e quant’altro. Dopo pochi secondi il mio intuito mi dice che me ne son perse di informazioni, ma per non passare per la “scema del villaggio” cerco di recuperare in corsa! Purtoppo il risultato finale è che avrò capito solo mezza cippa di tutte le cose da fare! Ma non demordo perchè da grande voglio fare la caposquadra!
Torno a casa, e cerco di mettere in ordine nella mia mente tutte le fasi che precederanno l’evento, le cose da fare, i contatti da stabilire con gli altri capisquadra, la divisione e la distribuzione dei ruoli come ritirare il materiale informativo, i volantini, i manifesti, prendere contatto con i capizona del Banco Alimentare, col direttore del supermercato assegnato, accordarsi per il ritiro della merce raccolta ……. E intanto iniziano ad arrivare le prime iscrizioni dei volontari che dovrò seguire e guidare.
Scambi di mail di benvenuto, cercare di trasmettere il mio entusiasmo per ciò che si va a fare e nel frattempo tenere sotto controllo la strizza di sbagliare qualcosa, di non essere all’altezza. Io credo di essere una persona solare, capace di trascinare gli altri con la mia voglia di fare, però riconosco anche in me dei limiti, memoria corta (sarà l’alzhaimer che bussa?), repulsione per le scartoffie e soprattutto abilità nel creare tempeste in un bicchiere d’acqua!
Scarico da una mail il vademecum del “bravo caposquadra” con tutte le indicazioni delle cose da fare e ogni tanto lo leggo per non arrivare al giorno dell’evento impreparata! Intanto si è quasi giunti alla fatidica data, quando ci si rende conto che i volontari iscritti non sono sufficienti a coprire i tre turni previsti per ogni supermercato e c’è il rischio che il supermercato dei Colli albani (il mio) venga eliminato dal progetto
Che peccato se si dovesse rinunciare ….. Ma Mauro propone in calcio d’angolo una soluzione: ridurre i turni da 3 a 2 ovviamente allungando le ore di permanenza nel supermercato. Devo dire che la proposta dopo un rapido giro di telefonate non ha incontrato ostacoli, i volontari hanno confermato immediatamente la propria disponibilità per portare a termine il progetto.
E così all’ora stabilita, alle 14 di sabato 2 marzo 2013 si è iniziato il turno, calcolando prima un breve periodo di coopresenza con i volontari e il caposquadra precedente per un passaggio di consegne e per raccogliere informazioni utili ad un buon proseguimento del lavoro. Il fatto che poi fosse ora di pranzo e che quindi il supermercato fosse poco frequentato ci ha dato modo e agio di prendere confidenza con l’ambiente e con moduli e scatole da riempire. Alla spicciolata son poi arrivati i volontari e dopo un po’ si è cominciato a lavorare a pieno regime.
Due volontari all’ingresso del supermercato accoglievano i clienti porgendo loro un volantino in cui si spiegava cosa fosse Il Banco Alimentare, le sue finalità e quali erano i prodotti chiesti in donazione. Importante era il trasmettere ai potenziali donatori l’importanza del gesto che stavano per compiere, far sentire loro la positività del donare anche solo una scatola di legumi. E devo dire che la gente ha risposto positivamente a questa sollecitazione.
Noialtri che eravamo vicini alle casse pronti ad accogliere le buste contenenti i prodotti donati per poi dividerli per categorie e riporli in scatoloni ci siamo resi conto di quanto davvero “l’unione faccia la forza”.
Anche il poco donato da moltii alla fine come risultato dà TANTO!
Ognuno in base alle proprie forze e possibilità dà senso alla parola solidarietà che fa tanto rima con collettività!
Si riempiva uno scatolone, lo si chiudeva e si iniziava a riempirne un altro e poi un altro ancora …e ancora…fino alla fine della giornata che solo del nostro turno erano 43 più varie buste piene e prodotti spiccioli donati dagli ultimi clienti prima che il supermercato chiudesse. Ed è così che in un pomeriggio di un sabato particolare arrivi a pensare che volendo questa nostra società se solo volesse potrebbe cambiare davvero, basterebbe prendere coscienza che se ci preoccupassimo un po’ di più di chi è meno fortunato si finirebbe con lo stare meglio tutti
E ora vorrei partire coi ringraziamenti:
- A RomAltruista e a Mauro (the boss) che mi stanno dando modo di mettere alla prova me stessa nelle varie attività di volontariato (credo che tra un po’ come esperienza mi mancherà solo di andare a fare le coccole ai gatti della Piramide)
- Al supermercato Simply dei Colli Albani (non è pubblicità occulta ma sfacciatamente dichiarata) e ai suoi dipendenti, che hanno avuto la sensibilità e soprattutto il coraggio di rendersi disponibili ad avere una ciurma di volontarie ansiose e incasinate tra i piedi!!
- Ai volontari affidati a noi capisquadra che sono stati straordinari, collaborativi oltre ogni aspettativa ed entusiasti , quindi grazie a Beatrice, Ilaria, Paola e Victor senza il cui aiuto non avremmo potuto raggiungere l’obiettivo e con i quali ho condiviso il mal di piedi ma anche le risate e il buon umore
- A Paola, l’altra caposquadra con cui ho condiviso il turno dalle 14 fino alle 20,30, le responsabilità, l’impegno e soprattutto il dubbio atroce su che farne di un pacco di 6 uova donatoci
Voi direste…fateve ‘na frittata!
E c’avete ragione!!!
Melina, volontaria per convinzione e passione, che nonostante tutto riesce a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.