Incontriamo Diana Visbal e Camila Londono

Siamo lieti di condividere la storia di Diana Visbal e Camila Londono, le fondatrici di HandsOn Bogota’, a cura di Andrea Thomas di Points of Light!

(traduzione dall’inglese a cura di Alessandra Basilico)

 

 

Andrea: Come e quando vi siete incontrate ragazze?

Camila: Quando Diana si è unita alla mia classe, nono grado, ma sembra come se ci conoscessimo da vite precedenti.

Andrea: Perché Hands on Bogotà?

Diana: Eravamo desiderose di fare qualcosa di grande per la nostra comunità, abbiamo iniziato a buttare giù idee e Hands on Bogotà è entrata nel processo.

Andrea: Che progetto amereste iniziare e perché?

Camila: Sogniamo di trasformare il mondo del volontariato in una moderna e prestigiosa opzione digitale disponibile per tutti i cittadini che posseggono un cellulare. Vogliamo costruire un enorme network e avere persone che si iscrivono ad attività sociali così come fanno per un corso di yoga… e che poi condividano questa loro attività nei loro social networks.

Andrea: Cosa vi piacerebbe ricavare da questa esperienza?

Camila: Vogliamo risvegliare la coscienza dei cittadini riguardo alla dura realtà di Bogota e rendere i nostri volontari leaders del cambiamento ed ispirare gli altri.

Andrea: Secondo voi quale è la più grande crisi che il mondo affronta oggi?

Diana: Siamo molto concentrati su noi stessi e sul nostro benessere, abbiamo bisogno di creare più consapevolezza come comunità.

Camila: Penso sia la nostra individualità e il comportamento egoista quando dobbiamo difendere  le nostre convinzioni e i nostri interessi (religiosi, politici, professionali, civili, ambientali ecc.) Ci manca un miglior senso di comunità e di generale benessere incluso quello delle generazioni future.

Andrea: Entrambe avete figli piccoli, quale è la vostra ricetta per conciliare lavoro e famiglia?

Diana: Siamo molto organizzate in termini di tempo, e rispettiamo gli spazi e i tempi che abbiamo riservato alle nostre famiglie.

Andrea: Tre migliori aspetti nell’essere un membro del network POL?

Diana: Condividere esperienze e imparare da altri modelli intorno al mondo. Essere parte di questo network per me è come avere il supporto di una grande mamma, che ci dà una pacca sulla schiena ogni volta che abbiamo paura di qualcosa!

Andrea: Se poteste fare una visita ad uno dei nostri affiliati nel mondo, dove vorreste andare?

Camila: Londra o Tokio. Anche se non li conosciamo bene, abbaimo visitato i loro siti web e siamo strabiliati dagli enormi movimenti che hanno creato con Hands On nelle loro città.

Diana: Assolutamente Tokio.

Andrea: Il nostro network vorrebbe aiutarvi di più, come possiamo fare?

Diana: Finanziandoci! Scherzo. Abbiamo bisogno di capire come gli altri modelli sono diventati sostenibili e cercare di usare le migliori pratiche già sperimentate da altri.

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