Via Labicana: RomAltruista presente

29 maggio, da oggi sono ufficialmente una romanAltruista. Ho guardato dove c’era ancora posto e mi sono iscritta, anche perché spesso sono i servizi, e le persone ad esse dedicati, a “scegliere” te, piuttosto che il contrario.
L’appuntamento è alle 9.45 presso la sede di Libera Cittadinanza Onlus, associazione che vaglia attentamente i profili di numerosi candidati per selezionarne i migliori ed offrirne le competenze a famiglie bisognose di aiuto nell’assistere i propri cari a ridotta autosufficienza. Arrivata con un po’ di anticipo, mi soffermo ad osservare dall’altro lato della strada…
Davanti al civico 62 di via Labicana fa capannello un gruppo di persone in crescendo: tra donne minute vestite all’occidentale ma dagli accessori e i lineamenti chiaramente asiatici, ne svettano altre bionde e robuste, con tutta probabilità provenienti dall’est Europa. In attesa, anche due o tre giovanotti e qualche uomo ormai maturo, che al primo impatto ritengo essere solo accompagnatori, o familiari di anziani bisognosi di assistenza, salvo poi apprendere che alcuni sono a loro volta potenziali badanti con esperienza.
C’è chi legge il giornale, chi fuma, chi si saluta forse perché conoscente o frequentatore assiduo. Giornata assolata ma non calda, tutti decidono di attendere pazienti all’ingresso dell’associazione in ombra, pur di non perdere il loro turno e dunque l’opportunità di esser ricevuti e ascoltati per primi. Una signora sistema l’acconciatura del suo riflesso nella vetrina, schivando con una leggera flessione la scritta a caratteri cubitali ASSISTENZA DOMICILIARE… Un uomo, con tutta probabilità filippino, l’unico ad aver scelto di attendere al sole,  attraversa la strada per ricongiungersi alla moglie, ora che l’apertura si fa prossima.
Le 9.45: mi affaccio. Presentazioni, ringraziamenti per essermi offerta volontaria, assegnazione di un pc e illustrazione minuziosa e paziente dei miei compiti da parte della giovane responsabile dell’associazione. Pronta e operativa… In attesa delle 10, scambio due chiacchiere con un’altra volontaria, una distinta signora russa, N., che mi racconta di aver trovato lavoro tre anni fa proprio facendo domanda qui, e di aver voluto manifestare la propria gratitudine dedicando qualche ora libera a titolo gratuito… Che meraviglia!
Badante esperta a tempo pieno, da ieri N. è nuovamente disoccupata: «La crisi… Le famiglie preferiscono essere più presenti e prendere qualcuno ad ore, solo quando strettamente necessario»… La responsabile dell’associazione prontamente la conforta: «ti aiutiamo noi»… Sorrido, mentre scoccano le 10.
L’elenco scritto a penna degli astanti in ordine di arrivo fa capolino all’ingresso. La responsabile di Libera Cittadinanza distribuisce i numeri corrispondenti fino al 15… «I successivi fino al 25 ritornino alle 10.30, quelli dopo, alle 11»… Va giustamente tenuto conto anche della capienza della sala d’attesa.
Della preselezione si occupa la stessa responsabile insieme ad un’altra signora a capo di un’associazione partner, centro per l’impiego “meno” specializzato. A loro di verificare il possesso imprescindibile di documenti d’identità, permessi di soggiorno laddove necessari e codice fiscale, oltre ai tratti salienti del profilo professionale dei candidati. A noi volontari e ad un paio di ragazzi in servizio civile di inserire gli elementi utili emersi nel corso di un vero e proprio colloquio di lavoro di circa 5-10 minuti, sulla base di quanto richiesto dai campi della banca dati online, semplice e intuitiva. «Patente?»… «Sì, ma guidare a Roma è un’altra cosa»… «Fumo?»… «…Sì…», ma la risposta esce a fatica, perché anche questo può essere un elemento di discrimine nella scelta da parte delle famiglie, e si intuisce che la domanda che ciascuno si fa è “quale sarà la risposta giusta?”.
Il mio primo giorno mi regala l’incontro con tre persone: M., volitiva matrioska ucraina; M., riservata quanto minuta signora rumena; C., giovane cingalese, prestante (e alto!).
Due sono infermieri professionali nel loro Paese, ma non (ancora?) abilitati in Italia.
Il controllo delle referenze, fatto sul momento per telefono, contattando direttamente le famiglie presso cui ciascuno ha lavorato, è un momento rivelatore e talvolta toccante, da cui emergono con forza affetti, gratitudine, assenze e mancanze. Le domande sullo stato di famiglia – figli ancora piccoli o magari ormai grandi senza averli visti crescere, amori lasciati in patria, … – costituiscono allo stesso modo un altro momento delicato, quasi intimo…
Se non ci sono offerte subito disponibili e corrispondenti al loro profilo, i candidati dovranno aspettare comunicazioni via sms entro 15 giorni. In caso contrario, dovranno ripassare. Per tutti un “in bocca al lupo” con pronta e puntuale risposta “Crepi!”.
Mezzogiorno, fine turno: i ritardatari vengono invitati a ripassare fra due giorni nell’orario di apertura. Saluto con la convinta promessa di tornare, e riprendo la strada di casa pensando: “vorrei averla io una lettera di referenze bella e sentita come quella di M.”…

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