La luce della Lampada dei Desideri
Bene, eccomi qui, ho cinquantatré anni, ero una diversamente abile.
No, non nel fisico, non nella testa, ma nello spirito. Già, lo spirito; quella cosa che ti porta a credere che sia tu ad aiutare chi diversamente abile lo è sul serio.
Vi faccio un esempio: una stanza strapiena di cose, con le pareti dipinte di bianco. Al centro di una parete vuota, un chiodo arrugginito conficcato in quel muro bianco, senza niente di appeso sopra.
Ditemi con tutta onestà… cosa attira la vostra attenzione?
Stranamente quasi tutti dopo aver dato un’occhiata frettolosa alla stanza osserveranno il chiodo arrugginito chiedendosi cosa diavolo ci stia facendo lì. E’ brutto, pericoloso e stona con il resto.
Beh, certo, è un elemento di disturbo in quella bella stanza. Allora che si fa? Prendere una tenaglia e provare a tirarlo via?
Naaa, troppa fatica andare a cercare una tenaglia, e poi a conti fatti, che ce ne frega, lasciamolo dov’è, se vuole lo toglierà qualcun’altro. Allora succede che ci si concentra tutte quelle cose e le altre pareti, belle, bianche e senza chiodi.
Semplicemente si volta le spalle al fastidioso chiodo ed è festa finita, si torna a casa raccontando di quella bella stanza… bella ma con quel “difetto” .
Un giorno, uno di quei giorni in cui la solitudine, che si era apparecchiata con forchetta e coltello, si presenta in casa mia. Brutta bestia la solitudine, chi la conosce sa perfettamente quanto può essere devastante.
Insomma, eravamo io e la solitudine. Non era certo uno spettacolo edificante. Lei mi guarda con aria da chi la sa davvero lunga e mi ride in faccia dicendomi ; WEEEE… povera illusa… NESSUNO TI HA MAI DETTO CHE DA SOLI NON SI VA DA NESSUNA PARTE?! E ri spofondo nel buio più totale. Poi qualche cosa si è illuminato, una lucina piccola piccola, che solo con quel profondo buio si riusciva a intravedere.
Guardo la mia stanza, piena di ogni cosa, con le pareti bianche e anche dei chiodi, dove ovviamente c’erano appese altre cose e quindi i chiodi non si vedevano. Perché, mi sono domandata, con tutte queste cose mi sento sola?
L’unica risposta che sono riuscita a darmi è che le cose, come ha sempre detto mia madre, non danno la felicità.
Allora zitta zitta, ho acceso il pc navigando a caso, cercando una risposta che non sapevo di avere già. Ho trovato un sito; Romaltruista, leggi leggi, mi sono imbattuta in una sezione dove si faceva volontariato, mi sono iscritta.
Piazza Certaldo 77, sono andata, sono entrata e ho trovato un sacco di gente “strana”.
Persone che camminavano un pò stortignaccole, altre che sfrecciavano su una sedia a rotelle, altre che disegnavano su un grande tavolo con la mano insicura ma con una concentrazione mai vista, cercando di non uscire da contorni del disegno.
Poi ho visto lui, un ragazzetto piccolino che mi ha salutata sospettoso, e lei, una bella ragazza in carrozzina, che parlava con difficoltà ma che le parole usate erano pietre, usante con logica, esprimendo concetti da far rabbia anche a un teologo.
Sono rimasta lì impalata come un baccalà, senza sapere cosa fare e come muovermi. Fu allora che mi venne incontro una”gnappetta” con un sorriso disarmante, 1,50 cm per 45 kg al massimo.
Ciao, sono Paola Franzini, la responsabile della Lampada dei desideri… benvenuta!( secondo me è un gigante camuffato .-) E fu così che m’innamorai di quelle persone bislacche, senza sovrastrutture mentali. È stato un attimo ed ho capito che ero io il chiodo arrugginito nella stanza, lì solo senza niente di appeso sopra e quindi senza scopo.
Sono ritornata qualche giorno dopo e appena passata la soglia, mi è corso incontro quel ragazzetto, Valentino, affetto dalla sindrome down, mi è corso incontro e mi ha abbracciata come se mi conoscesse da una vita, in lontananza ho visto anche la bella ragazza sulla carrozzina, Luna, come la chiamano tutti, intenta a chiacchierare sempre concentrata sul senso delle parole che diceva e tutti gli altri che facevano, andavano, parlavano, ridevano, si arrabbiavano… Che spettacolo il genere umano!
Sì, la verità è che la disabilità è dentro di noi, nell’anima. Una volta capito questo si può combattere anche la solitudine.
“Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle;
e passano accanto a se stessi senza meravigliarsi”.
Mi chiamo Melina, sono di origine Campana, trasferita a Roma dal 1967, praticamente sono qui da sempre. Ho 53 anni, tre figli grandi e due nipotine e una terza in arrivo. Sono in quella fase della vita in cui provo a dare un senso alle cose che faccio. A volte mi riesce bene, a volte meno ma ho scoperto che ” provarci” è già dare un senso alle cose.
Bellissimo Melina….angelo sei tu che mi hai fatto conoscere questa bellissima realtà che è RomAltruista …e che come dico sempre a tutti quelli che passano di qua ..”Il primo miracolo è stato alzarmi dal letto dopo due anni di sofferenza ed avere in dono da Dio questo bellissimo spazio” “Il secondo è assolutamente RomAltruista, senza tutti questi meravigliosi volontari che donano il loro tempo…il loro entusiasmo…il loro Amore….” (3403 ore di Amore Puro!!!)
E tutto grazie a quella Forza speciale che un giorno di due anni e mezzo fa, ha fatto incontrare queste due anime, bizzarre, dolci, bislacche come dici tu..Grazie Melina!!!!