Oggi a pranzo a Mensa manchi solo tu!

Simona
Simona

Per raccontare la mia esperienza di volontariato alla mensa di via Boiardo voglio partire dal titolo, perché è proprio così, accolta, che mi sono sentita in questo luogo. Perché succede proprio questo quando vivi un’esperienza di volontariato: inizialmente pensi che puoi restituire tu qualcosa del bello che c’è nella tua vita, uscire dalla concentrazione su te stesso per guardare chi ti vive accanto. Alla fine scopri invece di aver ricevuto tu qualcosa, come nel mio caso la calorosa accoglienza e la silenziosa attenzione di Padre Antonino, i sorrisi degli ospiti che dopo due volte che sei presente ti riconoscono e si fermano a scambiare due parole, l’operosità e generosità dei volontari che incontri e che non si sottraggono di fronte ai lavori più faticosi.

Queste considerazioni possono sembrare paradossali poiché le persone che si recano alla mensa sono veramente bisognose di tutto, da un pasto caldo, a un po’ di tepore e di ristoro, da un sorriso al pane e un po’ di formaggio per arrivare a sera senza preoccupazione per la cena. A sentirmi più ricca invece sono sempre io ogni volta che dedico due ore del mio tempo agli altri, ed un gran senso di serenità mi accompagna fino a sera. Mettere in circolo delle energie, incontrare altre persone che credono che esista un modo diverso di vivere e organizzare la società sicuramente contribuisce a dare un grande senso a queste esperienze.

Ho conosciuto questa mensa cercando questa estate delle realtà in cui fosse possibile fare volontariato. Mi sono imbattuta nel sito Romaltruista ed ho avuto la stessa sensazione di un bambino di fronte a una scatola di caramelle: le possibilità di dedicarsi ad attività di volontariato erano così tante e diverse che avevo l’imbarazzo della scelta. Così ho iniziato a provarne alcune (ripetizioni per bambini presso il protettorato di San Giuseppe, aiuto presso la mensa del centro Baobab, aiuto nella mensa di via Boiardo), ed ho capito che l’attività nella mensa o in cucina si adatta bene a me.

Si tratta di un posto dove si esce dalle logiche che sembrano dominare nella società e le relazioni tra le persone e l’attenzione e la cura recuperano il loro spazio; in cui pur nell’organizzazione e velocità necessarie per offrire così tanti pasti, non manca il tempo di dirsi un “buongiorno, come va?” e non manca l’orecchio attento a chi ha bisogno di un brodo senza pasta, di una fetta in più di pane o di tonno poter provvedere a un compagno.
Per tutte queste ragioni, tornerò alla mensa di via Boiardo!

Simona

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