Il supporto linguistico come contributo al volontariato
Avendo avuto la fortuna di andare all’università e studiare anche altre lingue, mi son detta che il mio contributo nel volontariato, poteva sicuramente esser il supporto linguistico, sia insegnando l’italiano agli stranieri (esperienza già fatta con Casa africa) che supportando gli italiani nell’inglese o francese (attività in procinto di esser iniziata a partire dal nuovo anno con Popica Onlus).
Durante la mia crescita personale, mi son potuta render subito conto dell’importanza che si ha nel parlare altre lingue. Di sicuro si hanno delle marce in più per cercare nuove opportunità professionali. Io stessa son partita per la Germania per un lavoro molto ben pagato e senza l’utilizzo della lingua inglese non avrei mai potuto relazionarmi professionalmente con i miei colleghi. Anzi reputo essenziale la conoscenza anche di altre lingue, perché più se ne conoscono, maggiore è la possibilità anche di socializzare ed integrarsi. In un paese fortemente nazionalista come è la Germania, il solo inglese non basta, ed in molte occasioni di svago e di aggregazione sociale, è stato il francese che mi ha permesso di comunicare con delle persone rivelatesi poi meravigliose.
La lingua quindi è lo strumento necessario non solo per cercare un futuro migliore ma anche e soprattutto per permettere il confronto con altre culture, condicio sine qua non per una crescita interiore piena e totale. Ed è anche il solo strumento che può permettere l’integrazione e l’inclusione sociale, evitando la segregazione, il disagio sociale e l’alimentazione di diffidenze e paure che sfociano inevitabilmente in odio e violenza.
Come prima esperienza già fatta, ho deciso di interfacciarmi con Casa Africa che organizza il supporto linguistico agli immigrati . Mi son relazionata con un Eritreo, che non aveva affatto le basi: per cui son partita daccapo, ossia dall’alfabeto, facendo scrivere e leggere ciascuna singola lettera, associandola a parole semplici ma molto usate, per permettergli sin da subito, un approccio pratico nella conversazione oltre che di iniziare a familiarizzare e memorizzare. E’ stato molto emozionante vedere curiosità, rapidità ed una certa vivacità nei suoi occhi scuri.
Ma mi son subito resa conto, della necessità di strutturare i corsi tenuti attualmente: ragionando con un’altra volontaria, la quale mi ha informato della possibilità di fare delle riunioni tra volontari per decidere una comune politica di insegnamento. Si verrebbero cosi a creare per ciascun partecipante, una scheda in cui annotare gli argomenti trattati di volta in volta dai differenti volontari e soprattutto permettere una metodologia condivisa e comune. Poiché non è facile né veloce lo studio della lingua italiana, si pensava di uniformare l’insegnamento adottando un’unica metodologia, e personalmente proporrei la metodologia pratica utilizzata nelle scuole private anglosassoni, in cui la lingua viene insegnata con la cosi detta “full immersion” come una sorta di conversazione, garantendo praticità ed utilizzo immediato a coloro i quali hanno bisogno di comunicare quotidianamente. Per la mia esperienza personale ed anche per la mia formazione, mi son proposta anche, come altro contributo da portare a Roma Altruista, di fare un monitoraggio bandi per trovare dei finanziamenti da parte della Regione Lazio o altri organismi, e presentare dei progetti che prevedano il sostegno dell’insegnamento della lingua, permettendo nel contempo anche di diffondere un messaggio molto semplice, ossia che l’integrazione parte in primis dall’insegnamento linguistico e che l’immigrazione da piaga sociale quale è attualmente, può diventare un’opportunità ed un arricchimento culturale anche per la comunità ospitante. Poiché la conoscenza dell’italiano permetterebbe a chi ha dovuto lasciare la propria terra, un’integrazione reale, un lavoro, un futuro. Mi auguro davvero che diffondere l’insegnamento della lingua italiana, diventi lo strumento con cui affrontare l’immigrazione, tematica delicata e piuttosto problematica, attualmente emergenza che investe in maniera cosi diretta il nostro Paese.
Palmira, di me lascio qualche parola di presentazione ai lettori: curiosa, amante dell’avventura, dei viaggi e delle lingue. Ho viaggiato nei paesi Medio Orientali e Maghrebini provando a studiare l’arabo, avvicinandomi però anche al mondo latino & sudamericano, studiandone e praticando assiduamente i balli, tra cui il tango. Ho una Laurea ad indirizzo internazionale (Scienze politiche) e skills su Europa & Finanziamenti.