Maccheroni all’Ostiense

paola-fanciulliMi avvicino a Romaltruista per iniziare una collaborazione tramite l’azienda per cui lavoro, la Pfizer, che ha lanciato un bel progetto di volontariato aziendale, concedendo ai dipendenti 2 giorni l’anno di permesso per volontariato.

Li contattiamo, vengono a spiegarci come funzionano e restiamo molto colpiti dall’organizzazione e dal metodo che propongono: finalmente qualcosa che si può fare per gli altri pur avendo tanti impegni quotidiani!

Decido di iniziare da un’iniziativa serale: Maccheroni all’Ostiense. Il nome già mi attrae.

Il giorno dopo l’iscrizione ricevo l’email da Fabrizio, il responsabile dell’iniziativa, che mi spiega le attività dell’associazione Le Orme e mi dà diverse informazioni  pratiche su come funzionerà il servizio.

Mi presento mercoledì sera alle 20.15, di fronte alla Stazione Ostiense. Nello slargo ci sono già alcuni volontari che hanno iniziato a scaricare dalle macchine il materiale: tavolini, transenne, materiale per il servizio ai tavoli.

Vengo assegnata ad un tutor, Diego, che spiega a me e ad un altro “neofita” cosa bisogna fare.

Capisco subito che l’organizzazione è veramente perfetta, i compiti vengono assegnati con una tabella precompilata per cui ognuno ha un suo gruppo e un suo referente da seguire per il lavoro.

Diversi volontari sono addetti ad andare a prelevare il cibo offerto da pizzerie, fornai e fruttivendoli della zona, recuperando alimenti che verrebbero altrimenti buttati.

Altri preparano i panini e la pasta in parrocchia.

In piazza ci sono il gruppo Cucina (addetto alla preparazione dei sacchetti con pizza, panini e frutta), Pentole (addetto all’impiattamento della pasta), Vassoi (addetto alla consegna dei piatti) e Security. Il gruppo Security si occupa di assicurare la calma ed evitare problemi in fase di distribuzione dei piatti agli utenti. Mi viene spiegato che normalmente a questi gruppi si aggiungono anche il gruppo di ascolto e quello della distribuzione del vestiario, sospesi in estate.

Lo spazio per la preparazione dei pasti viene allestito in piazza delimitandolo con delle transenne di plastica, mentre iniziano ad arrivare i bisognosi, che si dispongono diligentemente seduti intorno alle aiuole della piazza. La regola è: chi non è seduto non prende il pasto!

L’organizzazione è talmente perfetta che mi dicono che molti utenti pensano che non si tratti di volontari ma di dipendenti che fanno tutto questo per lavoro.

Da un primo colpo d’occhio noto che la prevalenza degli utenti è composta da immigrati (dall’est o dai paesi arabi) e da alcuni senza fissa dimora.

I volontari sembrano un gruppo affiatato, molto coinvolto ed energico.

Iniziamo rapidamente a preparare i sacchetti, che contengono panini, frutta, pizza, mentre aspettiamo che arrivi la pasta calda e il pane. Io mi occupo di selezionare la frutta e tagliarla.

La distribuzione inizia dai sacchetti e poi arrivano i famosi maccheroni, che vengono serviti con una fetta di pane e un bicchiere di Latte o the.

La piazza viene divisa in zone e gli addetti al servizio tengono conto di chi deve ricevere ancora il pasto…

Il servizio si svolge in modo rapido e molto efficiente.

E’ una serata molto “partecipata”, con più di 200 utenti e, con sorpresa e dispiacere alla fine scopriamo che la pasta manca per quattro persone, per le quali predisponiamo quattro piatti aggiuntivi di pizza e fritti.

Alla fine viene distribuito il cibo rimasto fuori dai sacchetti (ad esempio la pizza con carne di maiale, non accettata da tutti) e molti si avvicinano per chiedere del pane o del latte da portare con sé.

Mi restano impressi il baciamano di un signore slavo che più volte mi ringrazia per avergli dato il pasto, e il dispiacere di un ragazzo che non trova più latte per il suo bambino.

Alla fine del servizio, dopo aver messo a posto tutto, rimango a condividere un piccolo festeggiamento per il matrimonio di una volontaria  e mi intrattengo a parlare con Fabrizio su possibili future collaborazioni.

Mi piacerebbe coinvolgere i miei colleghi in questa iniziativa, anche lavorando alla raccolta di materiale utile tramite la nostra azienda.

Mi resta impressa la grande umanità e “serenità” con cui questi volontari svolgono un servizio indispensabile per chi non ha nulla.

Lascio la stazione Ostiense con un senso di grande “pienezza” per aver fatto una piccola cosa per gli altri, con la consapevolezza che tornerò presto!

 

Mi chiamo Paola, ho 40 anni, ligure di origine, sono venuta a Roma a studiare Psicologia e ci sono rimasta. Ho due bambine e lavoro alla direzione del personale di una grande azienda farmaceutica. Ho maturato diverse esperienze di volontariato internazionale quando ero all’università, ma da quando lavoro e ho famiglia, non ho mai trovato il tempo per dedicarmi al volontariato. Romaltruista è arrivata proprio al momento giusto!

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